venerdì 26 gennaio 2007

25/01/2007: dopo Torquemada arriva Erode

Nel giorno in cui la libertà di pensiero e di parola, viene definitivamente messa al bando per mano di personaggi che di quella libertà evidentemente non ne hanno mai avuto bisogno, in sordina la lunga mano del mostro che tutto vuol vedere, controllare e omologare, si posa anche sulla testa dei nostri figli.

"Entro febbraio arriverà la decisione regolatoria per l'immissione in commercio e i criteri di rimborsabilità del farmaco contro l'iperattività dei bambini, il metilfenidato, meglio conosciuto come Ritalin.” E' quanto dichiarato dal direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Nello Martini, durante del convegno "Bambini e psicofarmaci" in corso all'Istituto Superiore di Sanita' (ISS)..

Già che si sia organizzato un convegno del genere è preoccupante; ancor più grave che ci siano andate delle persone e se poi queste persone hanno pure un minimo di potere decisionale, allora siamo proprio alla frutta.

Da tanta materia grigia a raccolta è uscito fuori che verrà anche attivato un registro per schedare i bimbi in terapia con psicofarmaci. A tutela dei bambini, dicono.

“Il Ministero per la Salute vuole creare una ‘rete di controllo’ sui bambini, che verranno inquadrati e schedati per questi presunti problemi comportamentali, e poi verranno sottoposti a terapie a base di psicofarmaci stimolanti. Poi compileremo la lista dei morti come negli Stati Uniti. Lo voglio dire chiaramente: il Ministero non sa quello che fa ed a cosa andrà incontro”. (prof. Giorgio Antonucci, psicoanalista, già collaboratore di Franco Basaglia).

Insomma la questione non è ben chiara e non convince tutti.

Vediamo il perchè.

Cos'è il Ritalin (Metilfenidato)
Tratto da A.R.P.C. – Associazione per la Ricerca e la Prevenzione del Cancro
www.aerrepici.org
E' una vera e propria droga con effetti praticamente uguali a quelli della cocaina e delle anfetamine, ma con danni alla salute mentale e fisica ancora più gravi.

In uno studio della DEA (ente governativo USA) si legge:

“All'uso prolungato di metilfenidato sono stati associati episodi psicotici, illusioni paranoiche, allucinazioni e comportamenti anomali, simili alla tipica tossicità delle anfetamine. Sono state riportate gravi conseguenze fisiche e la possibilità di morte”.

Anche senza abusi di somministrazione, gli effetti collaterali includono:

“cambiamenti di pressione sanguigna, angina pectoris, perdita di peso, psicosi tossica. Durante la fase di astinenza c'è la possibilità di suicidio”.

Non sto rivelando dei segreti gelosamente custoditi nelle casseforti delle multinazionali o delle associazioni psichiatriche. Oltre che nei documenti citati, trovate questi e altri dati nella “Guida all'uso dei farmaci per i bambini”, distribuita largamente dal Ministero della Salute, Direzione generale della valutazione dei medicinali e della farmacovigilanza.

Quale malattia dovrebbe curare.

La pratica psichiatrica si basa sul “Manuale diagnostico e statistico per malattie mentali” (DSM). Pubblicato per la prima volta nel 1952, conteneva 112 malattie mentali. Oggi, nell'ultima edizione, che risale al 1994, ne contiene 374 (!). Ma ciò che è più interessante sapere è il modo con cui vengono “scoperte” queste malattie. Ricerche? Test di laboratorio? Scoperte scientifiche? Nooo!... Votazioni a maggioranza (!). I “migliori” strizzacervelli del pianeta si riuniscono di tanto in tanto. Poi uno di loro si alza e dice: “Io propongo di mettere questa nuova malattia nel manuale. Che ne dite?” “Mhm... interessante, gustosa direi. Mettiamola ai voti”. Se la maggioranza è d'accordo, abbiamo una malattia nuova di zecca. Semplice, no?


Ad esempio, nel 1973 decisero (sempre a maggioranza, ben s'intende) di smettere di definire l'omosessualità una malattia mentale (dato che sotto le finestre del congresso c'era una manifestazione di attivisti gay inferociti). In compenso ne aggiunsero molte altre; così nell'edizione del DSM del 1980 apparvero 32 nuove malattie dell'infanzia e dell'adolescenza, tra cui la famigerata ADHD, che dovrebbe essere “curata” con il metilfenidato.

Cos'è l'ADHD.
ADHD sono le iniziali delle parole di un'espressione inglese che significa “Malattia da deficienza di attenzione e iperattività”. Vostro figlio di 6 anni è pieno di energia e non sta mai fermo? Ha l'ADHD. Preferisce giocare invece di fare i compiti di scuola? Ha l'ADHD. Si intromette nelle vostre conversazioni? Ha l'ADHD. Ma non crediate che la diagnosi sia così facile. Ci vuole qualcosa di serio: ci vuole un test. Se prima vi eravate preoccupati, ora vi sentite già più tranquilli, vero? Un test è una cosa seria, scientifica... Bene! Eccovi questa cosa scientifica; vi giuro che è vera, la trovate sul sito dell’associazione dei genitori malati di bimbi sani(o il contrario?) a quest’indirizzo: http://www.aifa.it/dsm_genitori.htm

SCALA INSEGNANTI

PER INDIVIDUAZIONE DI COMPORTAMENTI DI DISATTENZIONE E IPERATTIVITÁ NEL BAMBINO

Modificato da: DMS IV APA 1995 e Scale SDAG Cornoldi, Gardinale, Masi, Pettenò 1996

Assegnare ad ogni domanda il punteggio che meglio descrive questo bambino in rapporto a coetanei dello stesso sesso.

Valori ammessi: 0 = mai; 1 = qualche volta; 2 = spesso; 3 = molto spesso

Scala A (Disattenzione)

1. Incontra difficoltà a concentrare l'attenzione sui dettagli o compie errori di negligenza.

2. Ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti e sui giochi in cui è impegnato.

3. Quando gli si parla sembra non ascoltare.

4. Pur avendo capito le istruzioni e non avendo intenzioni oppositive, non segue le istruzioni ricevute o fatica a portarle a compimento.

5. Ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle sue attività.

6. Evita, non gli piace o è riluttante ad affrontare impegni che richiedono uno sforzo mentale continuato (come i compiti di scuola).

7. Perde le cose necessarie per il lavoro o le attività
(ad esempio diario, matite, libri o oggetti scolastici vari)

8. Si lascia distrarre facilmente da stimoli esterni

9. Tende a dimenticare di fare le cose


Scala B (Iperattività/Impulsività)

1. Da seduto giocherella con le mani o con i piedi o non sta fermo o si dimena.

2. Non riesce a restare seduto.

3. Manifesta un'irrequietudine interna, correndo e arrampicandosi dappertutto.

4. Ha difficoltà a giocare o a intrattenersi tranquillamente in attività ricreative.

5. E' sempre "sotto pressione" o spesso si comporta come se fosse azionato da un motore.

6. Non riesce a stare in silenzio: parla continuamente.

7. "Spara" le risposte prima che sia terminata la domanda.

8. Ha difficoltà ad aspettare il suo turno.

9. Interrompe o si intromette nelle conversazioni o nei giochi degli altri.

Se in una delle due “scale”, il punteggio totale è maggiore di 14 il test “scientifico”, consiglia un approfondimento diagnostico.

Bè, io l’ho fatto il test, anche se ormai non sono più un adolescente, ed ho scoperto di essere malato di ADHD!!!!

Dopo aver letto il test, immagino che vi starete chiedendo in che mondo viviamo e in che mani siamo. Praticamente tutti i bambini (tranne quelli che stanno veramente male) potrebbero essere considerati malati di ADHD (punteggio uguale o superiore a 14). Forse penserete che è un test assolutamente idiota. No; è molto “furbo”, anche se criminale. Con uno strumento così nelle mani della psichiatria e con una legge adatta si possono fare molti, molti, molti milioni di euro drogando praticamente tutti i bambini.

Con l'”aiuto” di psichiatri e assistenti sociali, i bambini etichettati come malati mentali, verranno “curati” con il metilfenidato. Niente paura! Il costo del “medicinale” è a totale carico dello stato (in altri termini, senza poter scegliere, lo pagheremo sempre noi, forzatamente, con le tasse). Se i genitori non vorranno questo tipo di trattamento per il loro bambino, si potrà sempre somministrare la sostanza a scuola, a loro insaputa, oppure si potranno privare della patria potestà, visto che sono così incoscienti da non voler curare il loro figlio malato. Si farebbe rientrare tutto nel famigerato “Trattamento sanitario obbligatorio” (TSO).

Mentre in Italia si sta cercando di fare questo colpo di mano, approfittando del fatto che i parlamentari non conoscono queste cose e che, generalmente, si fidano del parere dei medici, in Canada, Australia, Giappone e Nuova Zelanda recentemente è stato proibito non solo il metilfenidato, ma tutti i psicofarmaci ai minori di 18 anni. Negli USA, dopo gravi casi di bambini morti per crisi cardiache o suicidi indotti da psicofarmaci, una legge ora stabilisce che su tutte le confezioni di queste sostanze appaia ben grande e chiara una scritta con un avvertimento dei pericoli che si corrono con la loro assunzione. Inoltre, prima di somministrare tali sostanze, il medico dovrà ottenere il consenso informato dal paziente.

Sono fra i 6 e i 7 milioni (Dichiarazione del dottore F. Baughman nell'articolo "Making Sense of Ritalin", di John Pekkanen, Rider's Digest gennaio 2000, pagina 158) solo negli Stati Uniti i bambini trattati con uno psicofarmaco stimolante, il ritalin, e le diagnosi di tale "male" con conseguenti prescrizione di droghe di sintesi sono in aumento in tutto il mondo occidentale (si parla di un raddoppio del numero di diagnosi ogni 3 / 4 anni negli USA e ogni anno in Inghilterra). Tale disturbo è stato anche diagnosticato a partire dal primo anno di vita(evidentemente il bimbo non riusciva ad “organizzarsi nelle sue attività), e senza alcuno scrupolo i medici prescrivono tuttora a bambini ancora lattanti una droga, il ritalin appunto, che negli anni sessanta era utilizzata da alcune comunità di hippies per 'sballare': "A volte li vedevi completamente immersi in un delirio totale da Ritalin. Non un gesto, non un'occhiata: potevano sedere assorti in qualsiasi cosa - un tombino, le rughe del palmo delle proprie mani - per un tempo indefinito, saltando un pasto dopo l'altro, fino all'insonnia più incoercibile … puro nirvana da metilfenidato." (Tom Wolfe dal suo articolo "Il cervello senz'anima" del 1996).

Il metilfenidato come effetto a breve termine aumenta le prestazioni di qualsiasi persona, tanto da essere bandito dal Comitato Olimpico Internazionale. A lungo termine invece presenta tutta una serie di effetti nocivi e di complicazioni. In un suo lavoro lo psichiatria Peter Breggin riferisce fra gli altri i seguenti effetti collaterali di Ritalin, Dexedrina, Adderall e altri stimolanti.

Funzioni Cardiovascolari:
Palpitazioni - Tachicardia - Ipertensione - Aritmia cardiaca - Dolori al petto - Arresto cardiaco (!)

Funzione cerebrali e mentali:
Mania, psicosi, allucinazioni - Agitazione, ansia, nervosismo - Insonnia - Irritabilità, ostilità, aggressione - Depressione, ipersensibilità emozionale, pianto facile, introversione - Riflessi ridotti - Confusione - Perdita di spontaneità emozionale - Convulsioni - Comparsa di tic nervosi

Funzioni gastrointestinali:
Anoressia - Nausea, vomito, cattivo gusto in bocca - Mal di stomaco, crampi - Bocca arida - Costipazione, diarrea

Funzioni endocrine e metaboliche:
Disfunzione della ghiandola pituitaria, alterazione della produzione dell'ormone della crescita e della prolattina - Perdita di peso - Arresto o ritardo della crescita - Disturbi delle funzioni sessuali

Altre funzioni:
Visione sfumata - Mal di testa - Insonnia - Depressione - Iperattività e irritabilità - Peggioramento dei sintomi caratteristici dell' ADHD - Ridotta capacità di comunicare e socializzare - Aumento del gioco solitario e diminuzione del periodo complessivo di gioco - Tendenza ad essere socialmente inibito, passivo e sottomesso - Piattezza emozionale.

D'altronde l'uso del Ritalin per "curare" questi pretesi "sintomi" si era già dimostrato fallimentare, il che fa pensare subito ad un incremento delle diagnosi di ADD/ADHD finalizzata alla vendita di un enorme quantitativo di farmaci inutili e dannosi. In una ricerca del 1971 infatti, si sono analizzati 83 bambini a 2-5 anni di distanza dalla diagnosi di ADD o ADHD, e il 92% di essi era stato trattato con Ritalin. Ecco i risultati:

60% dei bambini erano ancora iperattivi e studiavano poco (la ragione per la quale veniva loro somministrato il Ritalin), ma in più erano diventati ribelli
59% avevano avuto guai con la polizia;
23% erano stati portati ad una caserma di polizia una o più volte;
58% erano stati bocciati almeno una volta;
57% avevano difficoltà di lettura;
44% avevano difficoltà con l'aritmetica;
78% trovavano difficile restare seduti a studiare
59% erano considerati dalla scuola ragazzi con problemi disciplinari;
52% erano distruttivi;
34% avevano minacciato di uccidere i loro genitori;
15% avevano parlato di suicidio o l'avevano tentato.

E veniamo ora alle scoperte fatte sulle relazioni illecite fra psichiatri, governi e case farmaceutiche. Negli Stati Uniti infatti sono attualmente in corso varie in cause legali che coinvolgono l'Associazione Americana degli Psichiatri (APA) e l'Associazione degli utenti CHADD, per collusione con la casa farmaceutica Novartis (ex Ciba-Geigy) che produce il Ritalin.
L'accusa per gli psichiatri è di avere preso soldi dalla multinazionale del farmaco per formulare criteri diagnostici sempre più elastici e inclusivi per favorire la vendita del Ritalin. La "Children and Adults with Attention Deficit/Hyperactivity Disorder" (CHADD) ufficialmente appare come un'associazione di utenti, ma in realtà è un'emanazione dell'ortodossia psichiatrica organicista; supportata da "specialisti" fanatici del Ritalin sostiene che il disturbo dell'attenzione ha una causa biologica (Causa supposta e mai trovata ovviamente, come sempre del resto in psichiatria).
In realtà una causa biologica di certi comportamenti in alcuni casi è nota da tempo, ma la psichiatria non la prende in considerazione perché troppo scomoda. Esistono disfunzioni neurologiche causate dai vaccini al mercurio, dall'assunzione per altra via di metalli pesanti, da contaminanti chimici e additivi vari presenti nei cibi, da una dieta squilibrata che porta alla carenza di alcune vitamine, disfunzione neurologiche connesse alle meningiti causate dai vaccini. Se esiste un'alterazione reale del funzionamento neurologico ciò può dipendere quindi dai veleni che i nostri bambini sono costretti ad ingerire, e alcuni anomalie comportamentali si potrebbero risolvere con una corretta prevenzione. Ma si sa, alle case farmaceutiche la prevenzione ruba solo clienti, e parlare dei danni dei vaccini, dopo che ci hanno inculcato l'idea della loro potenza benefica, è peggio che bestemmiare in una chiesa impossibile, come asserisce il pediatra Mendelson.
Piuttosto che tutelare gli utenti, i rappresentanti dell'associazione CHADD tengono conferenze nelle scuole per pubblicizzare il Ritalin e distribuiscono un opuscolo sul disturbo dell'attenzione stampato a cura della Novartis. Sono questi finti tutori degli utenti della psichiatria che hanno condotto una campagna per derubricare il Ritalin dalla tabella II alla tabella III degli USA, onde eliminare certe limitazioni alla vendita del farmaco ed allargarne il mercato. Quello che fa paura è che tale campagna fu sottoscritta dall'Accademia Americana di Neurologia, dall'Accademia Americana di Pediatria, dall'Associazione Psicologica Americana, dall'Accademia Americana della Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza.
Tutti insieme appassionatamente, dagli psicologi agli psichiatri passando per i neurologi, perché una droga venga considerata un po' meno pericolosa e venduta con maggiore libertà.
Per fortuna prima che la DEA si pronunciasse su tale richiesta un documentario televisivo svelò che la CHADD aveva preso 900.000 dollari dalla Ciba-Geigy, ora Novartis.

In Italia invece ci stanno riuscendo, oggi, gennaio 2005.
Potreste trovare quel test incredibilmente scientifico di cui sopra tra le mani degli insegnanti dei vostri figli. No, non dovrete percuoterli(c’è la Mancino-Scelba-Mastella); sta aiutando i vostri bambini a diventare delle amebe in modo tale che voi potrete vedervi tutte le puntate del “grande fratello” o di “amici” in santa pace e senza più rotture di palle. I bambini dopo cena staranno in camera a fissare il soffitto.
Al buio.

giovedì 14 dicembre 2006

Termopili sulla pelle

TERMOPILI
Una T-shirt senza scarabocchi incomprensibili, disegni astrusi, ultra esotici e senza accozzaglie di colori mischiati.
Un colore, il rosso porpora, nato dalle acque del mediteranneo, e che per mille anni ha rappresentato la Gloria e la Potenza di Roma.

Una t-shirt semplice, pulita, che celebra l'epica battaglia delle Termopili.
Iil luogo dove forse, grazie al sacrificio dei 300 Spartani di leonida, è nata l'Europa.
La t-shirt nel retro riporta il seguente testo:

"Si dice che, prima della battaglia, uno dei trachini gli avesse detto
che gli arcieri persiani erano così numerosi che, quando tiravano,
la massa delle frecce era tale da oscurare il sole.
Dienece, tuttavia, per nulla spaventato dalla forza dell’esercito persiano,
rispose tranquillamente: “Bene. Almeno così combatteremo all’ombra"
Erodoto, Le Storie

Disponibile on line presso www.scriptamanent.biz

Tributo ad Ennio Morricone - Oscar alla carriera 2007


giovedì 30 novembre 2006

Levissima: altissima, purissima, FASCISTISSIMA

Il 23 febbraio 1917, Benito Mussolini, ferito al fronte durante la prima guerra mondiale, viene ricoverato all'ospedaletto di Doberdò. Il Duce, dirà inseguito: "trovai un'assistenza affettuosa e premurosissima" "il capitano medico dott. Giuseppe Piccagnoni (di Cepina in Valdisotto) direttore dell'ospedale di Busto Arsizio ed i suoi assistenti mi curano come se fossi un loro fratello."
Come non bastasse l'ospedaletto, nonostante la croce rossa sul tetto, il 18 marzo fu bombardato da un aereo nemico: "un polverone bianco e denso si diffonde dalle camerate sulle scale, gli urli riempiono l'edificio… tutti i feriti della camerata li hanno trasportati nella mia. Il dott. Piccagnoni stava operando un ferito gravissimo. Dopo lo scoppio è corso di sopra. Ha messo un po' d'ordine. Ha rincuorato tutti. E' stato ammirevole di calma e sangue freddo. Sistemati i feriti è tornato a terminare l'operazione."
Durante la Prima Guerra Mondiale, insomma, il professor Piccagnoni, proprietario dell'Hotel Cepina, ufficiale medico in un ospedale sul Carso, si ritrovò a curare il Caporale di una squadra di bersaglieri gravemente ferito da un proiettile.
Anni dopo, quel Caporale dei Bersaglieri divenne il capo del Governo italiano. Così, nel 1935, quando il professor Piccagnoni ebbe bisogno di un aiuto perché la Levissima venisse riconosciuta dal Ministero della Sanità quale acqua curativa, si rivolse a Mussolini, portando al Duce una foto ricordo che lo ritraeva, con sotto l'autografo:
"Al Prof. Gaspare Piccagnoni che mi salvò la vita: Benito Mussolini."

venerdì 17 novembre 2006

Bolkestein: ancora peggio, ma nessuno ne parla

UE, APPROVATA DIRETTIVA SUI SERVIZI"

(AGI) - Roma, 16 nov. - Dopo tre anni di negoziati, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sui servizi, ieri in seconda lettura. Agevolera' artigiani e altri prestatori di servizi a lavorare in Stati UE diversi dal proprio. Il commissario al mercato interno, Mc Creevy, ha parlato di 'pietra miliare nella storia del Parlamento europeo'. La bozza originale Bolkenstein aveva incontrato resistenze soprattutto in Francia e Germania, dove - ricorda la Sueddeutsche Zeitung - veniva accusata di favorire il dumping dei compensi e lo smantellamento delle misure sociali. La direttiva approvata 'non tocca in alcun caso il diritto del lavoro stabilito dalle singole legislazioni nazionali', ha spiegato McCreevy; al tempo stesso, giovera' alle imprese 'perche' semplifica la burocrazia, toglie impedimenti e fa piazza pulita di incertezze normative'. Il deputato lettone Krsts, di Unione per l'Europa delle Nazioni, e' critico: 'Nelle mani del Parlamento si e' rotta la chiave dell'apertura del mercato'. La direttiva approvata ieri e' quasi identica a quella approvata in febbraio a larga maggioranza. Ma l'Ecofin aveva deciso in maggio alcune modifiche, definendo in modo piu' stretto l'ambito della direttiva. Sono escluse - riferisce il quotidiano tedesco - le istituzioni ecclesiastiche e altri organismi di beneficenza. Ci si aspetta l'approvazione del Consiglio in dicembre. Poi, gli Stati avranno tempo 3 anni per inserire la direttiva nei propri ordinamenti giuridici. Al piu' presto, la direttiva entrera' in vigore nel cambio d'anno 2009/2010.

lunedì 25 settembre 2006

Saggezza Fascista

Una donna rientra a casa e trova il marito, fascista e camerata esemplare, a letto con una bella e giovane ragazza.
“Porco schifoso!” gli grida la donna, “Come hai potuto farmi questo, una moglie fedele, la madre dei tuoi figli, quella che ha sopportato pazientemente la tua passione politica del cavolo! Ti lascio immediatamente, chiederò il divorzio!”
E Lui: “Ehi un momento, lascia che almeno ti spieghi una cosa...”
“Va bene, - dice lei - tanto queste saranno le tue ultime parole che ascolto...”
Lui comincia: “Stavo entrando in macchina per venire a casa quando si è avvicinata questa ragazza e mi ha chiesto un passaggio. Sembrava smarrita, impaurita e indifesa: mi ha fatto compassione, così l´ho fatta salire in auto. Ho notato che era molto magra, mal vestita e assai sporca.
Mi ha detto che non mangiava da tre giorni e che era appena fuggita dal centro sociale in centro, quello ormai regno dell’intolleranza allogena e a cui di sociale è rimasto solo il nome!
Così, preso dalla compassione, l´ho portata a casa e le ho scaldato gli involtini di carne che avevo preparato per te ieri sera, quelli che non hai mangiato per timore di metter su peso. Beh, li ha divorati in un istante!
Visto che era sporca l´ho invitata a farsi una doccia e mentre era in bagno ho visto che i suoi abiti erano lerci e pieni di buchi: li ho buttati via.
Dal momento che aveva bisogno di vestirsi, le ho dato i tuoi jeans di Armani di qualche anno fa, che tu non metti più perché ti sono diventati stretti.
Le ho dato anche l´intimo che avevo comprato per il tuo compleanno, ma che non indossi perché dici che ho cattivo gusto.
Le ho dato anche quella camicetta sexy che mia sorella ti ha regalato a Natale ma che non metti per farle un dispetto, e anche quegli stivali che avevi preso in quella costosa boutique ma che non portavi perché in ufficio una ne aveva un paio uguali...”
A questo punto l´uomo tira un lungo respiro e continua:
“Mi era così grata per la mia comprensione e aiuto che mentre l´accompagnavo alla porta, mi si è rivolta in lacrime dicendomi che aveva sempre creduto che i fascisti erano degli orchi bruttissimi e senza cuore, e mi ha chiesto: Non c´è qualcos'altro che tua moglie non usa più? ...........”

venerdì 22 settembre 2006

Accetta il consiglio....per questa volta

Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Se ci riesci veramente dimmi come si fa. Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perchè più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.

Liberamente tratto da “The Big Kahuna”

martedì 12 settembre 2006

Rex Vini, Regnum Vini.....ovvero la Passatella

E' un gioco, secondo alcuni, molto antico e risalirebbe perfino agli Antichi Romani che usavano chiamarlo Rex vini, Regnum vini tanto che se ne trova descrizione in Orazio e Catone che ne parlano entusiasticamente.
Fatto è che successivamente le regole, probabilmente, sono leggermente mutate così come i giocatori - dallo spirito nobile che animava il gioco degli antichi, a quello più godereccio degli anni più recenti - fino ad oggi periodo in cui sembra pressochè scomparso per lasciare il passo a passatempi meno cruenti. Perchè cruenti? Si narra che spesso il gioco finisse in rissa in quanto, come si vedrà durante l'esposizione del regolamento, lo scopo è quello di lasciare a bocca asciutta e casomai canzonare uno dei partecipanti (l'Ormo) che non sempre accettava di buon grado di contribuire all'acquisto del vino per poi vederlo bere da altri - in un periodo in cui, spesso, il popolano aveva difficoltà a procurarsi la cifra richiesta per un buon bicchiere di vino - alla sua salute. Lo stesso Papa Sisto V, preoccupato per le notizie di risse scoppiate a causa del gioco, si narra, volle provarlo insieme ad alcuni suoi Cardinali. Fatto "Ormo" per diverse volte consecutive si scagliò su coloro (i suoi Cardinali!) che non gli permettevano di bere e solo il pronto intervento di alcuni serventi evitò che la prova degenerasse. Da quel giorno il Papa ordinò ai giudici di essere più indulgenti con chi si fosse macchiato di tale infrazione.
Passiamo ora alle regole del gioco, ovviamente enunciate in romanesco.


Regole p'er giôco de la Passatella.
Tra ttutti li ggiôchi che ss'aûseno a Roma quello che pporta er vanto è er gioco de la Passatella. 'Sto ggiôco consiste ner pagà tant'a ttesta 'na certa quantità dde vino, fra tutti li ggiocatori, e ddoppo de fa' la conta. A quello che je va la conta sceje er Padrone e er Sótto, che sso' li accusì ddetti Regnanti. Er Padrone se pô beve, si je capacita, tutt'er vino. Er Sótto, quann'er Padrone vô ddispensà le bbevute all'antri, le po' ddà a cchi vvô llui, oppuramente bbévesele lui. Quelli che viengono condannati a nun beve so' chiamati Ormi; e nun tanto er nun beve, quanto l'esse chiamati accussì è la cosa che vve fa mmagnà ll'ajo.Da che ssarà vvenuto l'uso der giôco de la Passatella?... Hum! Chi lo sa?
Quarcun'antro pretenne, e ccredo che abbi ppiù raggione de tutti, che la Passatella ne vienghi da ll'uso che cciavéveno li romani antichi quanno pranzaveno d'elegge e' re der convitto che dispenzava e commannava su le bbevute.
'Sto giôco, de prima impressione pare un semprice passatempo, ma nun è accusì; perché invece cià in sé un impasto de prepotenza, de camora, e dde vennetta. Gnisuna maravija dunque si, ffra l'allegria de li ggiocatori, succedeno spesso p'er giôco, grugni, paturgne, lune, mosche ar naso, bburiane, e quarche vvorta ce scappa puro l'ammazzato.
Mortissime vorte er Governo ha cercato de provibbillo co' le murte e le carcere, ma nun c'è ariuscito.
Quell'ariunisse in compagnia pe' reggnà, o volemo dì ppe' dispone der vino a ssu' vantaggio, escrudenno l'antri, dite quer che vve pare, ma è 'na vera camora. Infatti succede spesso che, quarche ggiocatore che è stato escruso dar beve, si je capita poi la sorte a llui de commannà, allora, òprete celo! se fa 'na bbevuta tale de vino che s'imbriaca ar punto de nun arèggese ppiù in piedi, e ar primo che je fa' un po' l'occhio storto, succede bburiana.

I. - Er vino der giôco.
Quasi sempre 'gni ggiocatore paga un quarto de litro, che ssarebbe, press'a ppoco, una bbevuta ggiusta, ossia un bicchiere; vordì pperò che nun je fa gnente si la posta der vino è dde più o dde meno.
Certe vorte se fa la Passatella cor vino vinto in un antro giôco; puta caso a pari e disperi oppuramente a mmòra; in 'sto caso, li ggiocatori de la Passatella nun hanno da pagà gnente.Oppuramente si se fa la Passatella co' ddu' qualità dde vino, rosso e bbianco, asciutto o tonnarello; e ssi, mettemo, c'è divario de prezzo, 'gni ggiocatore paga la su' purzione pe' quella qualità che s'è bbevuta.

II. - La Conta.
Stabbilita la persona da che sse deve principià la conta, tutti li ggiocatori in ner temp'istesso, bbutteno un certo nummero de deta d'una mano, e questo se chiama bbuttata.
Le deta bbuttate se tiengheno ferme, senza ciriolà insinenta che nun so' state contate tutte, e ffatta la somma; e ddoppo incomincianno a contà dar giocatore stabilito uno se seguita in giro da dritta a mmancina uno doppo l'antro, dua, tre, quattro, ecc. un nummero pe' ggiocatore. A quello che je tocca l'urtimo nummero, ha dritto d'esse Conta e je va puro de dritto una bbevuta. Bbevuta che nun è mmisurata; la Conta tanto po ffa consiste la su' bbevuta in un bicchiere, tanto se po' bbeve tutto er vino, abbasta però che sse lo bbevi tutto de 'na tirata e senza mai ripijà ffiato. Er celebre Secchiotto de li Serpenti fu chiamato presempio accusì, pperchè 'na vorta che je toccò la Conta, se scolò de 'na tirata sei litri de vino, che aveva messi drent'a un secchio, senza aripijà ffiato.

III. - La cacciata de li Regnanti.
La Conta caccia li Regnanti, cioè er Padrone e er Sótto, facenno in modo da scejelli a vvoce e nno ccor gesto. Li pô ccaccià ddicennoje: Voi séte er Sótto: Voi séte er Padrone; oppuro cor di' a un giocatore: Posso bbeve? e quello, pe' 'sta domanna, s'intenne ch'è ffatto Sótto; e ddicenno a un antro: Commannate, s'intenne pe' 'sta parola che quell'antro è stato fatto Padrone.Attenta bbene ch'er Sótto se caccia sempre prima der Padrone.
Quanno la Conta sceje er Sótto dicennoje: Posso bbeve? er giocatore che, cco' 'sta domanna s'intenne fatto Sótto, arisponne a la Conta: Bevete oppuro No. Si arisponne Bbevete, la Conta, ortre la su' bbevuta de dritto, ce n'ha un'antra de concessione, abbasta però cche je l'accordi puro er Padrone.

IV. - Er Padrone.
Er Padrone, come ve faremo vede ne la regola de le bbevute, arimane padrone der vino ammalappena hanno bevuto la Conta cor Sótto.
Er Padrone se pô bbéve er vino a bbicchieri, a mmezzi bbicchieri, etteccetera come j'aggarba; ma nun cià ffacortà de fallo bbéve pe' distinzione a un antro ggiocatore. Vordì che quanno vò dda' 'na bbevuta a un antro, lo manna pe' licenza, come vederemo in appresso, e doppo arientra subbito in padronanza der vino appena fatta la detta bbevuta.
Er Padrone pô dda' la facortà ar Sótto de dispone der vino e dde le bbevute.Quanno è tterminato er vino der giôco ne le misure, tutte le bbevute già ddispensate e incora nun consumate arientreno in proprietà dder Padrone, si a questo je pija l'estro de ricramà er vino che sse trova a ttavola.
Nun deve dipenne da 'sta regola er vino de le bbevute de la Conta e der Sótto, e la bbevuta de questo, sippure l'avessi ceduta a antri; perché 'ste du' bbevute so' dde dritto e cianno la supririorità sur Padrone.

V. - Er Sótto.
Come er Padrone pô ddispone de vino, accusì er Sótto pô ddispone de la Passatella.Er Sótto accorda o nnega le bbevute, le trasferisce a antri, o sse le fa llui: insomma, er Sótto è er Tiranno der giôco.
Però si sse dà er caso che un giocatore mannato pe' llicenza invece de domannaje er permesso de bbeve, dice ar Sótto: passo oppure fo ppasso, allora (in 'sto caso solo) er Sótto nun pô arigalà la bbevuta a cchi je pare, e je tocca a ffàssela a llui.

VI. - Le bbevute.
'Gni ggiocatore po ffa' cconsiste la su' bbevuta puro in un sorso de vino.Le bbevute che se metteno ner bicchiere ponno esse fatte a commido; quelle che se fanno in una misura, in un bucale o in un ricipiente ppiù granne, oppuro quelle che intanto che sse bbeve se sversa er vino ner bicchiere p'ariempillo, deveno esse fatte a garganella o ddimo tutte de 'na tirata senza mai aripija ffiato.
La prima bbevuta va de jura a la Conta, e nu' la pò ccede a gnisuno.
La seconna bbevuta va de jura ar Sótto. Potenno er Sótto dispensà le bbevute pô ccede la sua all'antri, facenno caso però cche ffacennose la sua da lui, se pò bbeve de 'na tirata tutt'er vino der giôco; ma vvolendola dispensà a ll'antri, la bbevuta che j'aspetta ha dda consiste in un bicchiere solo.
Quello che ss'è ffatto la bbevuta der Sótto, si in appresso è mmannato pe' llicenza dar Padrone, in cammio de domannaje de bbeve je dice: Fo ppasso, er fa' ppasso, in 'sto caso, nun è un atto de superbia, ma un comprimento; perché accusì er giocatore cià campo d'aristituvì ar Sótto la bbevuta che questo j'ha cceduto prima.
Vvordì che, a nun fa' ppasso, in de la circostanza che avemo detto de sopra, nun guasta er giôco, sta a la coscienza der giocatore si vvò ppassà o nno per uno screanzato.Er Sótto bbevènnose tutto er vino de 'na tirata e ssenza ripijà mai fiato fa arègge l'Ormo ar Padrone, ossia nun lo fa bbeve.
Ammalapena er Sótto s'è fatta la su' bbevuta er vino der giôco diventa der Padrone.Si er Sótto ha cceduto a quarcun'antro la su' bbevuta, er Padrone bbevennose tutt'er vino fa aregge l'Ormo pur'ar Sótto; ma ch'er Padrone se bbevi tutto er vino è un caso raro; anzi certe vorte nun beve pe' gnente o tutt'ar più ddoppo èssese fatta una o ddu' bbevute, manna pe' llicenza chi je pare e ppiace.
Er giocatore mannato pe' llicenza se deve arivorge ar Sótto e je deve di': Pposso bbeve? Er Sótto je concede o ssi o nno la bbevuta risponnennoje: Bbevete oppuramente: Bbeverà er tale, o bbeverà ppe' vvoi er tale. La bbevuta levata a uno e ddata a un antro se chiama bbevuta de risbarzo, e gnisuno pô ffa' ppasso su 'sta bbevuta e nun se pô arifiutalla de bbeve. Vor dì cche ll'invitato a bbeve ppô ffa' cconsiste la su' bbevuta mettenno appena la bocca ner bicchiere; oppuro, com'è in dritto, de bbeveselo tutto.
Er Sótto pô risponne puro: Bbeverò io pe' vvoi, o risponnenno de no, pô bbeve puro. Er Sótto pô ppuro arisponne ar Posso bbeve in 'sto modo: Si nun ha ssete er tale, bbeverete voi. In 'sto caso, dipenne da quer tale o a bbeve o a ddi': Nun ho ssete; o a risponne Bbevete voi; ma bbisogna annacce piano perché st'atto de generosità ve p&oocirc; ffa' regge l'Ormo; e de 'st'affronto nun ve ne poteressivo lagnà ccor Sótto che vve poterebbe arisponne de bbotto: Nun v'ho ddato più dda bbeve, perché nun avevio sete. Doppo 'gni bbevuta er vino aritorna a esse robba der Padrone, che pô ribbeve, o rimannà pe' llicenza.
Ner tempo de la Passatella nun è ppermesso a li ggiocatori de bbeve antro vino che quello der giôco. Vordì che quelli che intanto che magneno so' invitati a ffa' la Passatella ponno pure seguità a mmagnà e a bbeve.
Però a gnisun giocatore che pprima de la conta nu' stava magnanno, è permesso d'ordinasse quarche pietanza intanto che ddura er giôco; sinnò poterebbe trovà quarche rampino pe' nu' sta' a la regola der medemo.
Tanto er Padrone è padrone de mannà ppe' llicenza ppiù vorte er medemo ggiocatore, quanto er Sótto pô dda' ppiù bbevute a la persona medema.

VII. - L'Ormo.
In de la Passatella chi nun assaggia er vino se chiama órmo; e è ppiù l'affronto e la rabbia d'esse chiamato accusì, che dde nun beve.
Da che ne sii venuto er nome d'órmo, sarebbe indificile a ddisse. Pe' fasse una idea de la cosa, se deve fa' ccaso, che nun se dice a un giocatore che nun ha bbevuto Voi sete un órmo, ma Vvoi avete aretto l'órmo; e ben anche se dice so' órmi er tale e er tal'antro, s'intenne sempre de di' cche hanno aretto l'órmo er tale e er tal'antro.
Er giocatore dunque che nun ha bbevuto nun viè arissomijato a un ormo, ma è uno che ha aretto l'ormo.
Sicché, pe' ddinne una, famo conto che, ppresempio in quarche mmerenna fatta in campagna, in vicinanza d'un órmo, sii ariuscito a la commitiva de fallo aregge a un compagno de loro, ppiù minchione dell'antri, dicènnoje: Tiè fforte l'órmo che ccasca, o quarche cosa d'accusì; e ttratanto loro se saranno scolato er vino a la bbarba sua.
Ariccontanno poi er fatto, dicenno che er tale reggenno l'ormo era rimasto senza bbevuta pò esse che dd'allora sii venuto er detto d'aregge l'órmo.
Abbasta: infine, sii un po' come sia, er fatto come sii venuto er di' aregge l'órmo a nnoi nun ce n'importa gnente; a nnoi ciabbasta d'avévve fatto capi' si cche ccosa è ll'ormo in de la Passatella.Nun s'accustuma de fa' un órmo solo, armeno armeno se fa aregge sempre a ddua; perché esse fatto órmo solo è un gran affronto, e ffa' ccapi' che ffra er Sótto e er giocatore che ha aretto l'órmo, c'è odio forte.
Quanno in de la Passatella ce so' stati ppiù órmi s'ausa de da' la riavuta facenno un'antra conta, ossia un'antra vorta er giôco.

VIII. - Le amancanze ner giôco.
La Passatella se chiama ggiôco de Voce, sicché ggiocanno gnisuno se deve ccapì cco' li ggesti, ma cco' la voce.
Si ffamo caso, la Conta facesse er Padrone e er Sótto cor gesto de la mano, invece de nominalli a vvoce, doppo la bevuta de la Conta, bbeverebbe er Sótto; ma siccome questo nun sarebbe stato nominato a vvoce, tutti li ggiocatori potrebbeno bbeve; perchè in 'sto caso er giôco sarebbe stato, come se dice, rotto, perché averebbe bevuto uno che nun è stato mentuvato Sótto.
Quanno uno, mannato pe' llicenza dar Padrone, invece de chiede la bbevuta ar Sótto je dice Passo o Faccio passo, si er Sótto invece de bbeve lui, dasse la bbevuta a un antro sarebbe un'amancanza; e allora er giocatore che ha ffatto passo pô impedì che la bbevuta fusse fatta da quell'antro, essenno in facortà de bbeve lui senza er permesso der Sótto.Er giocatore che bbeve in un ricipiente ppiù ggranne der bicchiere, o cche intanto che bbeve ner bicchiere lo va riempenno, pô bbeve, come avemo detto, sino a ttanto che nun aripija fiato e cche s'ingozza er vino.
Quanno stacca da ignottì, cosa che je se vede guardannoje er gargarozzo, ha cchiuso la su' bbevuta, e ddeve cede er vino; e nu jé vale manco si sse tie' er vino fermo in bocca, perché pô aripijà ffiato da le froce der naso.
Si ccontuttociò dd'avé aripijato fiato e dd'avejelo avvertito seguitasse la bbevuta, commetterebbe un'amancanza, e sarebbe obbrigato a pagà tutt'er vino.
Vordì cche ssi ppresempio lo sversa pe' ddisgrazia mentre se fa la su' bbevuta, sii ner mette er vino ner su' bicchiere, sii quanno ce l'ha mmesso, allora je se perdona; ma nu' se perdona però ar giocatore che bbevenno drento un ricipiente ppiù ggranne der bicchiere se lassa pe' jottonità sversà er vino addosso; perchè in quer caso er vino sversato pô ttoccà a un antro ggiocatore. Puro allora quello ch'amanca è obbrigato a ppagà tutt'er vino der gioco.È sempre puro obbrigato a ppagà tutt'er vino der ggiôco quello che lo fa apposta a sversanne puro un goccettino.
Gnisun giocatore pô ccede una parte o tutta quanta la su' bbevuta a un antro ggiocatore; come puro nun è ppermesso de da' dda bbeve a ggente fòra der giôco, er vino der giôco stesso; chi lo facesse commetterebbe un'amancanza forte e ssarebbe puro obbrigato a ppagà tutt'er vino.

IX. - Le birberie der giôco.
Quanno è arimasto un bicchiere solo de vino, si er Padrone volesse fa' bbeve un giocatore che nun ha bbevuto, pô empi' er bicchiere e ddi' ar Sótto: O bbeve er tale, o bbevo io. Si er Sótto nnun è ppratico, o nun vô ffa' dispetto ar Padrone, concede la bbevuta a quer tale; ma pperò guasi sempre, er Sótto, pe' nun fasse suverchià risponne ar Padrone: Fate er giôco, ossia voi fate er Padrone e nun cercate de commannamme a mme cche sso' er Sótto; oppuramente arisponne: Bbevete voi.
Er Padrone pô mannà ppe' llicenza dicenno: Cor un goccio de riserva manno pe' licenza er tale. Si er Sótto accordasse la bbevuta, o la negasse pe' ddalla a un antro, allora er Padrone se poterebbe burlà der Sótto dicennoje: Fermo, ho fatto la riserva, - e sse bbeve lui er vino.Er Sótto però si è asperto der giôco, prima de da' o dde negà la bbevuta dice ar Padrone: Consumate la vostra riserva, allora er Padrone se bbeve tutto er vino, oppuro fatta la su' bbevuta de riserva, er Sótto pô ddispensà la bbevuta a cchi vvô; bbasta però che quer tale ch'era stato mannato pe' llicenza nun dichi fo ppasso, perché, ssi lo dice, er Sótto, come avemo detto prima, quela bbevuta se la deve fa' llui.
Er Sótto ha dritto che je se chiedi la bbevuta a vvoce chiara e a lettere spiegate.Quanno je se chiede la bbevuta pô risponne: Chi vve la pô nnegà? E allora si er giocatore se crede che cco' 'sta risposta er Sótto j'abbi accordato da bbeve, se sbaja, prova ne sii, che quanno se sta pp'accost'à er bicchiere a la bbocca er Sótto je dice: Fermo, ve la posso negà io. Apposta er giocatore ner sentisse di': Chi vve la pô nnegà? deve arisponne: Voi sortanto. Guasi sempre, fatta 'sta risposta, er Sótto concede la bbevuta; ma je la poterebe puro negà dicennoje: So' ccontento che lo sapete, pe' vvoi bbeverà er tale.
Er Sótto, come avemo detto, essenno er Tiranno der giôco, pô ruzzà da impunito co li ggiocatori; sicché certe vorte a le mannate pe' llicenza arisponne Quanto ve n'annerebbe? Oppuro: Avete sete? e via dicenno. Er giocatore deve arisponne: Quanto ve ne pare a vvoi, oppuro: Averebbe sete, ma nun so ssi vvoi me date da bbeve.
È accusì, sapendo scimmià, cche s'ottiè dda bbeve, e, ssi se fa ffiasco, nun c'è gnente da canzonà, perché er giocatore ha ffatto conosce che ha ggià ccapito l'intenzione der Sótto. Ma ssi mettiamo, a quer Quanto ve n'annerebbe, arisponesse: Un bicchiere, er Sótto direbbe: Giusto quanto me ne va a mme, oppuro: Ggiusto quanto je ne va ar tale. Si ppoi er giocatore a l'avete sete, arisponnesse: Assai, er Sótto direbbe: Ce n'ho ppiù io, però; oppuramente: ce n'ha ppiù er tale, però, bevenno lui, o quer tale a cche ha ddato la bbevuta.Quanno c'è arimasto poco vino der giôco er Sótto pe' dda' dda bbeve a cchi nun ha bbevuto, o a 'na parte de questi, a la mannata pe' llicenza, arisponne: Ve contentate de quanto ve ne do io? Si er giocatore risponne de Si, se contenta de la bbevuta che je dà er Sótto, si ppoi vo' la bbevuta libbera allora, arisponne de No; ma ppe' solito in 'sto caso er Sótto nu' je dà dda bbeve.Er giocatore a le vorte pe' mmiccà er Sótto, facenno in finta de chiede la bbevuta dice: Pàsso bbevi invece de Posso bbeve? Si er Sótto nu' lo capisce e levannoje la bbevuta la dà a un antro, je succede quer che ggià avemo detto riguardo ar fo ppasso der giocatore ner capitolo de l'amancanze. È ppe'questo ch'er giocatore ha dritto de pretenne che le bbevute je siino domannate a vvoce chiara e nno a mmezza bbocca.
Er giocatore mannato pe' llicenza, a le vorte dice ar Sótto: Si nun ho ssete io datelo a cchi vve pare; ma er Sótto però ddeve arichiamallo all'ordine dicennoje: Chiedete bbene la bbevuta, e si er giocatore ciariòca co' la stessa risposta, er Sótto beve lui. Certe vorte er giocatore stanno in forse ch'er Sótto nu' je dia la bbevuta, nu' je la domanna pe' nun sentisse arisponne: No; e je dice: Fate come ve pare, fate e ddisfate. In 'sto caso er Sótto pô dda' la bbevuta a cchi vvô.Quanno s'arimane de concerto de fa' ddu' Passatelle, e s'hanno da fa' ddu' Conte prima d'incomincià er giôco, a quello che j'è ttoccata la conta je se domanna che sceji li Regnanti prima de fa' la seconna conta. La prima Conta però sceje sortanto er Sótto, senza sceje er Padrone, prima perché nun è obbrigato a scejello e ppoi perché, fatta la seconna Conta, tutte ddue le Conte se fanno tra dde loro Padroni.

….e mmo’ bbevete!!